Il fenomeno delle bambole Reborn nacque agli inizi degli anni ’90, quando negli Stati Uniti tantissimi collezionisti diedero inizio ad una vera e propria corsa a bambole e bambolotti forti di una straordinaria perfezione estetica. Le bambole Reborn sono famose per il loro realismo e vengono prodotte in maniera particolarmente accurata da artigiani specializzati. Vengono collezionate e, in alcuni casi, usate per scopi terapeutici, essendo in grado di “aiutare” i pazienti con disturbi psichiatrici, demenza senile o problemi di natura emotiva. Scopriamo cosa sono e quali sono i loro impieghi principali.

Il realismo pima di tutto!

Le bambole Reborn puntano tutto sul realismo e sono in grado di riprodurre alla perfezione i lineamenti e le espressioni di un bambino in carne e ossa. Reborn vuol dire letteralmente “rinate”, “ricreate”. Il termine mette in evidenza lo straordinario realismo di questi articoli, concepiti proprio per somigliare il più possibile a un essere umano. Come accennato, il fenomeno nacque Oltreoceano verso gli inizi degli anni ’90, quando tra i collezionisti statunitensi si scatenò un vera e propria caccia a prodotti esteticamente perfetti, realizzati dai migliori artigiani del Paese. In genere, le Reborn Doll sono prodotte in vinile, quindi dipinte con colori indelebili e atossici.

Mai sentito parlare di Doll Therapy?


Collezionismo a parte, le bambole Reborn vengono utilizzate anche per scopi terapeutici: questa pratica prende il nome di “Doll Therapy” e consiste nel curare i pazienti affetti da disturbi del comportamento, affidandogli bambole in tutto e per tutto simili a veri bambini, spesso dotate di tutti gli Accessori possibili e immaginabili, in modo da simulare le cose che una mamma deve fare per il proprio bebè (vestirlo, cambiarlo, imboccarlo e così via). Questa terapia fu inventata e dimostrata dalla svedese Britt Marie Egedius-Jakobsson, che la utilizzò soprattutto con le donne affette da problemi legati alla sfera emotiva o che avevano avuto problemi con la maternità. Col passare del tempo, la Doll Therapy è stata impiegata anche per curare Alzheimerdemenza senilepatologie psichiatriche, etc. Lo scopo è favorire nel paziente la riscoperta di alcune strategie “pre-verbiali”, in grado di produrre sensazioni quali empatia, gioia e dolcezza materna, che si contrappongono agli stati d’ansia, all’apatia e alla depressione.

La storia delle bambole Reborn

Le bambole Reborn non vanno considerate giocattoli e non è un caso se in alcuni Paesi sono vietate ai minori di 14 anni. Si tratta di autentiche opere d’arte, capaci di attirare l’attenzione dei collezionisti, che riconoscono loro un diverso valore economico a seconda della lavorazione e del livello di dettaglio raggiunto. Possono essere impiegate anche nel mondo dello spettacolo, per film e opere teatrali. La storia delle Reborn Doll comincia ufficialmente verso la fine degli anni ’80, quando un artista americano decise di acquistare una bambola in un mercatino dell’usato e abbellirla fino a farla diventare quanto più simile possibile a un bambino. Col tempo, questa tecnica artistica venne migliorata costantemente, finché non fu chiamata “reborning“. Secondo Doll Reader, rivista specializzata americana, la prima Reborn fu venduta su internet nel 2002. Da quel momento, il reborning divenne un vero e proprio fenomeno globale, in grado di investire prima i Paesi anglosassoni, quindi Spagna, Italia e Francia. Dalla metà degli anni ’90, le Reborn Doll vengono utilizzate in alcuni ospedali psichiatrici americani ed europei, in virtù della loro capacità di aiutare le persone con ritardi cognitivi e demenza senile.